venerdì 7 settembre 2007

B.A.R= Bibbia Aborto Ruini

RUINI : Quella legge c'è, [legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Ndr] per un credente sarebbe meglio che non ci fosse, però c'è, né c'è la condizione culturale per abrogarla.

Mah! Forse i cattolici duri e puri, Ruini compreso, si sono dimenticati di leggere quella che, PER LORO, è parola del Signore? (Sì, ok ispirata non dettata...Ma tant'è).
Infatti per la Bibbia...


1. LA VITA DELLA DONNA VALE PIU' DI QUELLA DELL' EMBRIONE/FETO

"Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia [la morte della donna ad esempio. ndr], si esigerà un'ammenda secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato.
Ma se segue una disgrazia, allora pagherai per la vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido"
Esodo, 21, 22-25

PS. Se l'aborto fosse un omicidio il codice dell'alleanza avrebbe prescritto di pagare anche per la vita del non nato. Non vi pare?




2. SE NON CI SONO LE CONDIZIONI PER FAR VIVERE BENE QUALCUNO MEGLIO L'ABORTO.


"Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: MEGLIO DI LUI L'ABORTO, perchè questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quell'altro [...]
Chi sa quel che all'uomo convenga durante la vita, nei brevi giorni della sua vana esistenza che egli trascorre come un'ombra? Chi può indicare all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?"
Quoèlet, 6, 3-12


PS. Le condizioni variano nel tempo. Oggi c'è chi vuole il figlio sano. All'epoca condizione ottimale è godere dei beni e ... avere una tomba... Beh, de gustibus...

martedì 24 luglio 2007

Catechismo e dintorni VII e)

Segue ora l'ultima parte di questo lungo documento. Ringraziamo nuovamente l'autore per averci dato la possibilità di pubblicarlo.

Da " Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
Di Luciano Comida


E finalmente alcune domande, ma …
  • La risposta 472 contiene questa affermazione: “Quando lo Stato non mette la sua forza al servizio dei diritti di tutti e in particolare dei più deboli, tra i quali i concepiti ancora non nati, vengono minati i fondamenti stessi di uno Stato di diritto”.

Non è scritto ma pare chiaramente implicito che uno Stato che preveda l’interruzione volontaria della gravidanza NON è uno Stato di diritto.

  • La risposta 477 elenca le “pratiche contrarie al rispetto dell’integrità corporea della persona umana. Esse sono: i rapimenti e i sequestri di persona, il terrorismo, la tortura, le violenze, la sterilizzazione diretta”.
  • Il CC, al punto 2297, non le metteva nello stesso mucchio, ma le differenziava in un elenco analitico.
  • La risposta 492 indica “i principali peccati contro la castità: l’adulterio, la masturbazione, la fornicazione, la pornografia, la prostituzione, lo stupro, gli atti omosessuali”.
  • E la risposta 494 prescrive “il compito delle autorità civili nei confronti della castità…esse devono contribuire a creare un ambiente favorevole alla castità, anche impedendo, con leggi adeguate, la diffusione di talune delle suddette gravi offese alla castità”

Il punto è: se lo stupro è già un reato (contro la persona e non contro la castità), quali altri peccati dell’elenco devono venir mesi fuori legge?

  • Nel CC, i punti 2351-6 articolavano molto più a fondo il discorso sulle offese (non peccati) alla castità, evitando l’effetto di “ ogni erba un fascio” e sottolineavano la gravità delle violenze sessuali commesse dai familiari o dagli educatori , del tutto scomparse dalla versione del C.
  • All’omosessualità il CC dedicava due punti (2357 e 2358), senza accostare omosessuali a stupratori.
  • La risposta 496 spiega qual è il significato dell’atto coniugale: “unitivo (la mutua donazione dei coniugi) e procreativo (l’apertura alla trasmissione della vita). Il punto 2363 del CC offriva una spiegazione un po’ diversa, meno fredda e più aperta alla qualità della relazione: “il bene degli stessi sposi e la trasmissione della vita”.
  • La risposta 502 elenca “le offese alla dignità del matrimonio” E lo fa utilizzando lo schema consueto, un elenco nel quale si mischiano situazioni profondamente differenti: “l’adulterio, il divorzio, la poligamia, l’incesto, la libera unione (convivenza, concubinato), l’atto sessuale prima o al di fuori del matrimonio”.
  • La risposta 512 affronta il tema delle ideologie che “si oppongono alla dottrina sociale della Chiesa, che sacrificano i diritti fondamentali delle persone o che fanno del profitto la loro regola esclusiva o il loro fine ultimo” Esse sono “comunismo…forme atee o totalitarie di socialismo..e nella pratica del capitalismo, l’individualismo e il primato assoluto della legge del mercato sul lavoro umano”

Non vi è traccia, assente anche nel CC, del fascismo, del nazismo e dell’integralismo religioso.


Dopo questa rapida panoramica, lascio ogni ulteriore commento a chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui e ogni personale valutazione a chi avrà l’ interesse di leggere direttamente l’intero volume.

In ogni caso,come scrive Papa Benedictus XVI nel documento di approvazione riportato all’inizio del Compendio, “il Compendio è una sorta di vademecum che consente alle persone, credenti e non, di abbracciare , in uno sguardo d’insieme l’intero panorama della fede cattolica”.

20.10.2005


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida

http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html

Ps: L'articolo è uscito sul sito di Italialaica e pubblicato dal giornale Critica Liberale

Catechismo e dintorni VII d)

Da " Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
Di Luciano Comida

E finalmente alcune domande, ma ...

  • A pagina 119, c’è una gustosa omissione: sono riportati i dieci comandamenti. Sia nella formula in Italia più nota (quella catechistica), sia nella versione (riportata integralmente) dell’Esodo (20, 2-17), sia in quella (sintetizzata) del Deuteronomio 5, 6-21. Perché questa disparità di trattamento tra i due libri biblici, si chiederà qualcuno? La risposta è semplice: per poter omettere i versetti 8 e 9 del capitolo 5 del Deuteronomio. Ma, chiederà ancora questo qualcuno, perché ometterli? Anche qui la risposta è molto semplice. Perché quei due versetti contengono la proibizione di costruire idoli o immagini e di conseguenza vietano il culto dei santi e delle reliquie.
  • La risposta 446 si riferisce proprio al contrasto fra questa proibizione e la presenza nel cattolicesimo del culto di santi, reliquie e immagini. Il capzioso tentativo di negare il chiaro e netto senso del comandamento è, a suo modo, affascinante. Rileggiamo la frase finale perché la sua cavillosità merita: “Non si tratta di un’adorazione dell’immagine, ma di una venerazione di chi in essa è rappresentato: Cristo, la Vergine, gli Angeli e i Santi”

  • La risposta 445 contiene un’ affascinante contraddizione con 211 e 312 (quelle sulle indulgenze, con le quali “il fedele acquista la remissione dinanzi a Dio”, cioè uno sconto per il Purgatorio). Qui è tutto il contrario, visto che il C condanna, anzi proibisce, “la simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà spirituali”.
  • La risposta 464 sostiene che George W. Bush o Silvio Berlusconi sono rappresentanti di Dio. Se questa affermazione sembra esagerata, andiamo direttamente al testo: “Coloro che sono sottomessi all’autorità devono considerare i loro superiori come rappresentanti di Dio, offrendo loro leale collaborazione”. Certo, quest’affermazione discende direttamente dai primi versetti del capitolo 13 della Lettera ai Romani di Paolo, ma nel C è presentata in modo totalmente acritico e astorico, quasi che l’Impero Romano e le democrazie moderne fossero la stessa cosa.
  • In ogni caso, l’unica eccezione a questa obbedienza è prevista dalla risposta 465, che stabilisce: “Il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi dell’autorità civile si oppongono alle esigenze dell’ordine morale”
  • Ma che cos’è quest’ ordine morale? Lo spiega la risposta 415: “…’ opera della sapienza divina”.
  • E chi ne è il depositario? Ce lo dice la risposta 16: “L’interpretazione autentica di tale deposito compete al solo Magistero vivente della Chiesa, e cioè al successore di Pietro, il Vescovo di Roma, e ai vescovi in comunione con lui” E’ dunque solo la gerarchia della Chiesa Cattolica a stabilire quali leggi civili entrino in contrasto con la morale. La qual cosa apre contenziosi assolutamente inquietanti.
  • La risposta 469 ammette, in “casi di assoluta necessità” , la pena di morte. Comunque, questi casi non vengono minimamente citati.


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida

Catechismo e dintorni VII c)



Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"

di Luciano Comida




E finalmente alcune domande, ma ...

  • La risposta 349 indica tre esempi di “atti che sono sempre illeciti”. Forse la scelta non è felicissima, visto che mette nello stesso calderone fatti tra loro radicalmente diversi quali “la bestemmia, l’omicidio, l’adulterio”.
  • Riassumendo alcuni ampi e complessi paragrafi del CC (dal 1783 al 1788), la risposta 374 sintetizza che “la coscienza morale retta e veritiera si forma con l’educazione, con l’assimilazione della Parola di Dio e dell’insegnamento della Chiesa”. Sono del tutto scomparsi concetti come ragione e libertà, presenti nel CC.
  • La risposta 386 definisce la fede come “la virtù teologale per la quale noi crediamo a Dio e a tutto ciò che egli ci ha rivelato e che la Chiesa ci propone di credere”. Mettendo così sullo stesso piano Dio e la Chiesa Cattolica.
  • La risposta 409 fa sorgere un dubbio: si tratta di errore di stampa oppure di un’idea nuova?
  • Per poter giudicare, ecco intanto il testo: “La realizzazione più completa del bene comune si trova in quelle comunità politiche, che difendono e promuovono il bene dei cittadini e dei ceti intermedi…”

Ceti intermedi?!? Nel punto 1910 del CC si leggeva “corpi intermedi”. Dove sta la verità?


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida







Catechismo e dintorni VII b)

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida

E finalmente alcune domande, ma ...

  • Le risposte 347, 348 e 349 ribadiscono l’indissolubilità del matrimonio e la peccaminosità del divorzio. Tuttavia, sempre per chi può disporre di risorse sufficienti, esiste la scappatoia: essa è prevista dal punto 348 e si chiama nullità del matrimonio. Questo divorzio/non-divorzio lo stabilisce il Tribunale Apostolico della Sacra Rota Romana, attraverso procedure e criteri sui quali sia il Compendio che il Catechismo tacciono, preferendo stendere un pietosissimo velo.
  • La risposta 349 suscita a sua volta una domanda. Vediamo prima la risposta: “…i divorziati risposati civilmente non possono ricevere l’Assoluzione Sacramentale, né accedere alla Comunione eucaristica…”

E ora poniamo la domanda: uno come Silvio Berlusconi, divorziato e risposato, fa la Comunione? Insomma, i potenti della terra godono forse di un trattamento privilegiato rispetto agli umili?


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida





Catechismo e dintorni VII a)

La parte che segue è stata da noi ulteriormente suddivisa. Nell'originale figura come una sezione unica.

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
Di Luciano Comida

E finalmente alcune domande, ma soprattutto alcune risposte, del Compendio

  • La domanda numero 81 è: “Che cosa significa il nome Gesù?”. La risposta non fa alcun riferimento al suo nome originale, Yeshua Ben Yoseph, né alla sua ebraicità (pur citata esplicitamente al punto 430 nella versione del CC).
  • La domanda 164 chiede: “Come impegnarsi a favore dell’unità dei cristiani?” La risposta indica “la conversione del cuore, la preghiera, la reciproca conoscenza fraterna, il dialogo teologico” Nell’analogo punto 221 del CC, come primo requisito era indicato “un rinnovamento perenne” della Chiesa, concetto del tutto scomparso nel C.
  • La risposta 179 parla della gerarchia ecclesiastica, richiamandone l’istituzione direttamente a Gesù Cristo. Nel CC (punti 874-877) tale investitura era assai più sfumata.
  • Le risposte 211 e 312 affrontano la questione del Purgatorio e delle indulgenze. Al momento della Riforma protestante, la Chiesa Cattolica faceva un violento sfruttamento di questa pratica: partendo dall’idea che con il denaro e con le offerte si potesse ottenere uno sconto della pena purgatoriale, la Chiesa si arricchiva sempre più. Lutero si ribellò a questo sfruttamento della credulità popolare, proponendo il concetto che la salvezza è un dono gratuito che Dio fa all’umanità. Invece il C (ma lo faceva anche il CC) ripropongono, cinquecento anni dopo, la stessa idea: attraverso i soldi si sta meno tempo in Purgatorio.
Tratto da Il Ringhio Di Idefix - Luciano Comida

Catechismo e dintorni VI

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida

Questioni di fede

Da ora in poi non entrerò nel merito dei problemi teologici sollevati dalla lettura del Compendio, se non quando essi entrano in contraddizione interna con il Catechismo. Oppure quando essi aprono un contenzioso con la laicità dello Stato e con la libertà delle coscienze dei singoli individui.


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida

Catechismo e dintorni V

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida

Prime evidentissime differenze a colpo d’occhio con il Catechismo integrale del 1992

Il CC è strutturato in affermazioni, il C in domande e risposte. Il CC contiene 2865 affermazioni dottrinali. Il C solo 598, ma è del tutto ovvio trattandosi di un compendio (cioè sintesi).

Meno ovvia è la scelta grafica.

Il CC del 1992 si presentava con una veste editoriale molto sobria, ottocento pagine quasi prive di illustrazioni (solo quattro, sobrie e in bianco e nero). Mentre il C del 2005 ha poco più di duecento pagine, ma quante figure! E tutte a colori…Che vanno da un’icona di Cristo del 1546 a un’adorazione dei Magi che non sono arabi ma bianchi e scintillanti di broccati e rendono omaggio a un bambin Gesù aureolato di oro, da una sobria miniatura della Genesi (distrattamente chiamata “i giorni della creazione”) a una Immacolata Concezione (diventata dogma solo nel 1854) di El Greco, unico artista presente con due quadri, pittore certamente magnifico ma espressione del cupo periodo della Controriforma. Un altro particolare: El Greco era spagnolo, anche se di origine cretese . Che in qualche modo malizioso c’entri lo scontro in corso tra i vescovi iberici e il laico Zapatero sui diritti civili?

Altra vistosa differenza tra il C e il CC è questa: nel C ci sono alcune aggiunte. La qual cosa, trattandosi di un compendio, appare quantomeno bizzarra. Ma è forse giustificata dall’importanza di queste aggiunte? Vediamo in dettaglio di cosa si tratta. In genere, sono preghiere (riportate nella versione italiana ma pure in quella latina, lingua quasi del tutto assente nel CC). Perché allora questa scelta di ricorrere così massicciamente al latino, a differenza del CC? Per una motivazione rigorosamente filologica? Ma nemmeno per idea, visto che a pagina 155 è riportato il Padre nostro, sia in italiano che in latino. E’ superfluo ricordare che nel Vangelo di Matteo (6, 9-13) la preghiera (come tutti i Vangeli) è scritta in greco.

Si tratta allora di un singolo episodio? Di un semplice caso? Non sembra proprio, visto che il latino imperversa in più occasioni: a pagina 25 le differenti versioni del Credo sono in italiano e in latino (anche qui l’originale è in greco). A pagina 75 vengono elencati i sette Sacramenti della Chiesa Cattolica. Ovviamente in italiano, ma pure in latino.

Cosa significa perciò questo intensivo ritorno del latino?

Non è mai superfluo ricordare che nei Promessi sposi, romanzo non certo anti-cattolico, il latinorum era usato CONTRO il popolo.

Ma nel C alle pagine 177 e 178 vi è un’ ulteriore serie di aggiunte: quella di formule e formulette, di valore ben diverso. Esse spaziano dalle fondamentali Beatitudini del Vangelo di Matteo (5, 3-12) ad alcune frasi di Gesù, dall’elenco dei dodici frutti dello Spirito Santo (amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità) ai cinque precetti della Chiesa, ai sette doni dello Spirito Santo.


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida

http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html


Catechismo e dintorni IV

Da Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica
di Luciano Comida

Un piccolo dettaglio che fa sorridere

Nelle primissime pagine la stessa persona, nelle vesti di Papa Benedictus XVI e di Joseph card. Ratzinger Presidente della Commissione Speciale (il primo nel documento di approvazione ufficiale alla pubblicazione, il secondo nell’introduzione) scrive/scrivono due cose diverse.

Entrambi i Ratzinger si riferiscono al lavoro preparatorio della Commissione che ha realizzato il testo e in particolare alla successiva consultazione effettuata tra cardinali e presidente delle Commissioni episcopali, ma poi divergono sul giudizio espresso dalle autorità consultate. Leggiamo direttamente le loro parole.

Dice Papa Ratzinger il 28 giugno: “…gli Eminentissimi Cardinali e Presidenti delle Conferenze Episcopali, che nella stragrande maggioranza l’hanno favorevolmente accolto.”

Sentiamo adesso il cardinal Ratzinger il 20 marzo: “…una valutazione positiva da parte della maggioranza assoluta di quanti hanno risposto”.

La discrepanza è sottile, certo, però fa sorridere, perché un liberale sa benissimo che stragrande maggioranza degli aventi diritto e maggioranza assoluta dei votanti NON sono la stessa cosa. D’altra parte, dovrebbero saperlo anche il Papa, l’ex-cardinale Ratzinger e la Conferenza Episcopale Italiana, che hanno affossato il referendum sulla procreazione assistita proprio sfruttando questa differenza, cioè il quorum.

Tratto da Il Rinfhio di Idefix - Luciano Comida

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Catechismo e dintorni III

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida

Un minimo di storia

Nei primi secoli di vita delle chiese cristiane, la missione di evangelizzazione si svolgeva attraverso tre tappe: predicazione, catechesi, battesimo. Il quasi generale analfabetismo di quei secoli ritardò la realizzazione di catechismi scritti. Se ne attribuisce uno in lingua latina ad Alcuino, il principale intellettuale della corte di Carlo Magno, attorno al 780. Secondo Alcuino, compito del predicatore era trovare le parole più adatte per farsi comprendere dalle popolazioni pagane, evitando minacce e costrizione. Curioso è che già in quell’antico testo vi fosse una polemica contro il culto delle reliquie: “è meglio imitare gli esempi dei santi che portare le loro ossa”. Mentre il Compendio (del 2005 dopo Cristo) al punto 353, sottolinea l’importanza della venerazione delle reliquie, definendola “forma autentica di pietà popolare”.

Del 789 è il catechismo benedettino di Weissenburg, scritto in latino e in tedesco, più ampio di quello di Alcuino, ma anch’esso incentrato sulle conseguenze etiche della fede.

In quei secoli, il massimo sforzo di evangelizzazione veniva sostenuto da monaci anglosassoni, che si scontravano con la persistenza di ampie sacche di paganesimo: spesso le feste liturgiche erano solo occasione di canti, balli, mangiate e bevute.

Con la riforma ecclesiastica del 1070 di Gregorio VII, la Chiesa si clericalizza sempre di più, assumendo un ruolo sempre più pubblico e di conseguenza lo spazio dei laici tende a scomparire.

Ma la vera svolta avviene agli inizi del Sedicesimo Secolo, quando Lutero dà il via a quella che sarà la riforma protestante, ispirato dalla convinzione che bastasse far circolare tra il popolo la parola di Dio rendendola accessibile e comprensibile. Dall’alfabetizzazione delle masse, Lutero si attendeva molto, forse tutto: il rinnovamento radicale delle coscienze, della chiesa e dell’ intera società. In questo quadro si inseriscono la traduzione luterana in lingua tedesca della Bibbia, la sua vasta produzione letteraria e, nel 1528, il Grande catechismo, cui segue nel 1529 l’ Enchiridion, detto Piccolo catechismo (già nel 1562 appare una traduzione italiana)

Da allora, grazie anche all’invenzione di Gutenberg e alla crescente diffusione della stampa, i catechismi e i compendi fioccarono: in particolare, la Chiesa Cattolica risponde nel 1566 con il Catechismus romanus ad parochos.

Acceleriamo i tempi di questa mini-ricostruzione: nel 1912 esce il Catechismo della dottrina cristiana, quattrocento domande e risposte, ridotte a 150 per le scuole elementari.

Negli ultimi decenni, esce il Catechismo cattolico in Germania nel 1955, nel 1962 quello olandese che suscitò tante polemiche, superate dal Supplemento del 1969.

Nel 1970 la Chiesa Cattolica avviò un ampio progetto catechistico italiano, che diede il primo frutto nel 1981 con Signore, da chi andremo?

L’ 11 ottobre 1992, Giovanni Paolo II promulgò il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Nel 2005 è uscito il Compendio (una specie di riassunto), di cui segnalerò alcune affermazioni particolarmente interessanti. E che da adesso definirò C., per distinguerlo dalla versione integrale del 1992 che chiamerò CC.

L’edizione che ho sotto gli occhi è quella economica (206 pagine, 9.50 euro, San Paolo-Libreria Editrice Vaticana), diversa per il formato ma uguale per il testo da quella più lussuosa.

Tratto da Il Ringhio di Idefix- Luciano Comida

http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html



Catechismo e dintorni II

Da Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica
Di Luciano Comida

Cos’è il catechismo?

In greco katecheò significa insegno a viva voce (senza riferimenti all’uso del telefono).

Per i cristiani, la catechesi è la risonanza che la parola di Dio, predicata e insegnata, ha nell’animo dell’uomo, dove viene accolta e approfondita per diventare norma e senso di vita. Questa comunicazione ha un carattere fortemente dialogico, nel quale si alternano domande e risposte.

L’attività che deriva dalla catechesi si chiama catecumenato ed è una formazione permanente, un tirocinio protratto nel tempo che avvicina incessantemente a Gesù Cristo. Tutto ciò, soprattutto nella Chiesa cattolica, ha un’articolazione complessa, che va dalla fase pedagogica a quella liturgica, passando per l’inserimento del singolo nella vita comunitaria.

Il vero e proprio catechismo è il libro di testo della catechesi. Esso, insieme alla Bibbia e alla Tradizione (prassi consolidate, liturgia, formule dottrinali, preghiere, consuetudini) della Chiesa, forma le fondamenta della dottrina cattolica.

Tratto da Il ringhio di Idefix - Di Luciano Comida

http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html




Catechismo e dintorni

Inseriamo un interessante commento, relativo al Compendio al Catechismo della Chiesa Cattolica, tratto dal Blog "Il ringhio di Idefix" per gentile concessione dell'autore: Luciano Comida, scrittore e giornalista triestino di dichiarata fede cristiana valdese.
(http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html).

Siccome il commento non è propriamente corto, per rendere più agevole la lettura abbiamo pensato di pubblicarlo in più di un post cercando di rispettare la divisione in sezioni operata dall'autore.


INTRODUZIONE

contro il Catechismo della Chiesa Cattolica

Di Luciano Comida

In questo articolo proverò a dire qualcosa sul nuovo Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel giugno 2005, venduto in centinaia di migliaia di copie, ma forse poco letto.

Per correttezza, metto le carte in tavola svelando subito il mio punto di vista: quello polemico di un cinquantunenne laico, cristiano, valdese. Premetto pure che non sono un teologo, ma che ho sempre in mente le parole di Pericle nel discorso agli ateniesi: “Benchè soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla”. Credo che ciò valga anche per la politica di una Chiesa.

E posso assicurare che le cose più interessanti arriveranno come nei gialli. Alla fine.







venerdì 8 giugno 2007

"La vita è breve" e le magliette sono strette

E mentre noi in italia ancora discutiamo se il divorzio sia degno della pietà di dio oppure no, a Chicago c'è questo gran bel pezzo di carne (scusate il maschilismo dilagante, ma la ragazza qui me lo richiama dai più intimi recessi della mia mente) che pubblicizza lo studio dell'avvocato divorzista Corri Fetman (veramente non ho capito se l'avvocato sia lei o un'altro dato che Corri potrebbe essere anche il diminutivo di Corinne) con una magliettina attillata e uno slogan niente male: "la vita è breve, divorzia ora!".

Che dite, la invitiamo per una manifestazione a Trieste per il XX Settembre?


Foto

venerdì 25 maggio 2007

Prima riunione Goliardica

La prima riunione del Circolo UAAR di Trieste si è tenuta in una tipica "osmizza" nel Carso Triestino. Nella prima foto si può notare il nido di una rondine sopra il neon nella stanza in cui cenavamo (mooooolto pittoresco, come direbbe Montesano), mentre nelle altre due foto si può cogliere l'idea di cò di cui consista un pasto in osmizza. Tutto buonissimo, e alla fine la famiglia ci ha anche offerto un assaggio di un liquore di vino speziato, una vera meraviglia!

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Conferenza Piergiorgio Odifreddi al FEST

Queste foto sono state prese durante l'ultimo appuntamento del FEST a Trieste: la conferenza del co-presidente dell'UAAR Piergiorgio Odifreddi dal titolo "Perché non possiamo non dirci scientisti (e più che mai matematici), moderata dal giornalista Fabio Pagan, direttore del Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA a Trieste e principale organizzatore della Fiera. Notare l'affollamento della sala del Teatro Miela di Trieste, così come traspare dalle foto delle persone assiepatesi fin sopra il palco per seguire l'evento. Noi del Circolo UAAR di Trieste ci siamo ricavati i posti in prima fila, spodestando i giornalisti. :-D


Conferenza stampa Velisti per Caso

Queste foto sono state prese alla conferenza stampa, tenutasi in occasione della Fiera dell'Editoria Scientifica di Trieste (FEST), della trasmissione "Velisti per Caso" che si sta svolgendo sull'itinerario di Darwin partendo dalle Galapagos, arcipelago in cui si sono recati i bambini presenti nelle foto. Seduto con loro uno dei nostri co-presidenti, il matematico e scrittore Piergiorgio Odifreddi, autore tra l'altro del bestseller "Perché non possiamo dirci cristiani (e meno che mai cattolici)".

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