martedì 24 luglio 2007

Catechismo e dintorni VII d)

Da " Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
Di Luciano Comida

E finalmente alcune domande, ma ...

  • A pagina 119, c’è una gustosa omissione: sono riportati i dieci comandamenti. Sia nella formula in Italia più nota (quella catechistica), sia nella versione (riportata integralmente) dell’Esodo (20, 2-17), sia in quella (sintetizzata) del Deuteronomio 5, 6-21. Perché questa disparità di trattamento tra i due libri biblici, si chiederà qualcuno? La risposta è semplice: per poter omettere i versetti 8 e 9 del capitolo 5 del Deuteronomio. Ma, chiederà ancora questo qualcuno, perché ometterli? Anche qui la risposta è molto semplice. Perché quei due versetti contengono la proibizione di costruire idoli o immagini e di conseguenza vietano il culto dei santi e delle reliquie.
  • La risposta 446 si riferisce proprio al contrasto fra questa proibizione e la presenza nel cattolicesimo del culto di santi, reliquie e immagini. Il capzioso tentativo di negare il chiaro e netto senso del comandamento è, a suo modo, affascinante. Rileggiamo la frase finale perché la sua cavillosità merita: “Non si tratta di un’adorazione dell’immagine, ma di una venerazione di chi in essa è rappresentato: Cristo, la Vergine, gli Angeli e i Santi”

  • La risposta 445 contiene un’ affascinante contraddizione con 211 e 312 (quelle sulle indulgenze, con le quali “il fedele acquista la remissione dinanzi a Dio”, cioè uno sconto per il Purgatorio). Qui è tutto il contrario, visto che il C condanna, anzi proibisce, “la simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà spirituali”.
  • La risposta 464 sostiene che George W. Bush o Silvio Berlusconi sono rappresentanti di Dio. Se questa affermazione sembra esagerata, andiamo direttamente al testo: “Coloro che sono sottomessi all’autorità devono considerare i loro superiori come rappresentanti di Dio, offrendo loro leale collaborazione”. Certo, quest’affermazione discende direttamente dai primi versetti del capitolo 13 della Lettera ai Romani di Paolo, ma nel C è presentata in modo totalmente acritico e astorico, quasi che l’Impero Romano e le democrazie moderne fossero la stessa cosa.
  • In ogni caso, l’unica eccezione a questa obbedienza è prevista dalla risposta 465, che stabilisce: “Il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi dell’autorità civile si oppongono alle esigenze dell’ordine morale”
  • Ma che cos’è quest’ ordine morale? Lo spiega la risposta 415: “…’ opera della sapienza divina”.
  • E chi ne è il depositario? Ce lo dice la risposta 16: “L’interpretazione autentica di tale deposito compete al solo Magistero vivente della Chiesa, e cioè al successore di Pietro, il Vescovo di Roma, e ai vescovi in comunione con lui” E’ dunque solo la gerarchia della Chiesa Cattolica a stabilire quali leggi civili entrino in contrasto con la morale. La qual cosa apre contenziosi assolutamente inquietanti.
  • La risposta 469 ammette, in “casi di assoluta necessità” , la pena di morte. Comunque, questi casi non vengono minimamente citati.


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida

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