Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida
Prime evidentissime differenze a colpo d’occhio con il Catechismo integrale del 1992
Il CC è strutturato in affermazioni, il C in domande e risposte. Il CC contiene 2865 affermazioni dottrinali. Il C solo 598, ma è del tutto ovvio trattandosi di un compendio (cioè sintesi).
Meno ovvia è la scelta grafica.
Il CC del 1992 si presentava con una veste editoriale molto sobria, ottocento pagine quasi prive di illustrazioni (solo quattro, sobrie e in bianco e nero). Mentre il C del
Altra vistosa differenza tra il C e il CC è questa: nel C ci sono alcune aggiunte. La qual cosa, trattandosi di un compendio, appare quantomeno bizzarra. Ma è forse giustificata dall’importanza di queste aggiunte? Vediamo in dettaglio di cosa si tratta. In genere, sono preghiere (riportate nella versione italiana ma pure in quella latina, lingua quasi del tutto assente nel CC). Perché allora questa scelta di ricorrere così massicciamente al latino, a differenza del CC? Per una motivazione rigorosamente filologica? Ma nemmeno per idea, visto che a pagina 155 è riportato il Padre nostro, sia in italiano che in latino. E’ superfluo ricordare che nel Vangelo di Matteo (6, 9-13) la preghiera (come tutti i Vangeli) è scritta in greco.
Si tratta allora di un singolo episodio? Di un semplice caso? Non sembra proprio, visto che il latino imperversa in più occasioni: a pagina 25 le differenti versioni del Credo sono in italiano e in latino (anche qui l’originale è in greco). A pagina 75 vengono elencati i sette Sacramenti della Chiesa Cattolica. Ovviamente in italiano, ma pure in latino.
Cosa significa perciò questo intensivo ritorno del latino?
Non è mai superfluo ricordare che nei Promessi sposi, romanzo non certo anti-cattolico, il latinorum era usato CONTRO il popolo.
Ma nel C alle pagine 177 e 178 vi è un’ ulteriore serie di aggiunte: quella di formule e formulette, di valore ben diverso. Esse spaziano dalle fondamentali Beatitudini del Vangelo di Matteo (5, 3-12) ad alcune frasi di Gesù, dall’elenco dei dodici frutti dello Spirito Santo (amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità) ai cinque precetti della Chiesa, ai sette doni dello Spirito Santo.
Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida
http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html
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