martedì 24 luglio 2007

Catechismo e dintorni V

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida

Prime evidentissime differenze a colpo d’occhio con il Catechismo integrale del 1992

Il CC è strutturato in affermazioni, il C in domande e risposte. Il CC contiene 2865 affermazioni dottrinali. Il C solo 598, ma è del tutto ovvio trattandosi di un compendio (cioè sintesi).

Meno ovvia è la scelta grafica.

Il CC del 1992 si presentava con una veste editoriale molto sobria, ottocento pagine quasi prive di illustrazioni (solo quattro, sobrie e in bianco e nero). Mentre il C del 2005 ha poco più di duecento pagine, ma quante figure! E tutte a colori…Che vanno da un’icona di Cristo del 1546 a un’adorazione dei Magi che non sono arabi ma bianchi e scintillanti di broccati e rendono omaggio a un bambin Gesù aureolato di oro, da una sobria miniatura della Genesi (distrattamente chiamata “i giorni della creazione”) a una Immacolata Concezione (diventata dogma solo nel 1854) di El Greco, unico artista presente con due quadri, pittore certamente magnifico ma espressione del cupo periodo della Controriforma. Un altro particolare: El Greco era spagnolo, anche se di origine cretese . Che in qualche modo malizioso c’entri lo scontro in corso tra i vescovi iberici e il laico Zapatero sui diritti civili?

Altra vistosa differenza tra il C e il CC è questa: nel C ci sono alcune aggiunte. La qual cosa, trattandosi di un compendio, appare quantomeno bizzarra. Ma è forse giustificata dall’importanza di queste aggiunte? Vediamo in dettaglio di cosa si tratta. In genere, sono preghiere (riportate nella versione italiana ma pure in quella latina, lingua quasi del tutto assente nel CC). Perché allora questa scelta di ricorrere così massicciamente al latino, a differenza del CC? Per una motivazione rigorosamente filologica? Ma nemmeno per idea, visto che a pagina 155 è riportato il Padre nostro, sia in italiano che in latino. E’ superfluo ricordare che nel Vangelo di Matteo (6, 9-13) la preghiera (come tutti i Vangeli) è scritta in greco.

Si tratta allora di un singolo episodio? Di un semplice caso? Non sembra proprio, visto che il latino imperversa in più occasioni: a pagina 25 le differenti versioni del Credo sono in italiano e in latino (anche qui l’originale è in greco). A pagina 75 vengono elencati i sette Sacramenti della Chiesa Cattolica. Ovviamente in italiano, ma pure in latino.

Cosa significa perciò questo intensivo ritorno del latino?

Non è mai superfluo ricordare che nei Promessi sposi, romanzo non certo anti-cattolico, il latinorum era usato CONTRO il popolo.

Ma nel C alle pagine 177 e 178 vi è un’ ulteriore serie di aggiunte: quella di formule e formulette, di valore ben diverso. Esse spaziano dalle fondamentali Beatitudini del Vangelo di Matteo (5, 3-12) ad alcune frasi di Gesù, dall’elenco dei dodici frutti dello Spirito Santo (amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità) ai cinque precetti della Chiesa, ai sette doni dello Spirito Santo.


Tratto da Il Ringhio di Idefix - Luciano Comida

http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html


0 Comments: