martedì 24 luglio 2007

Catechismo e dintorni III

Da "Contro il Catechismo della Chiesa Cattolica"
di Luciano Comida

Un minimo di storia

Nei primi secoli di vita delle chiese cristiane, la missione di evangelizzazione si svolgeva attraverso tre tappe: predicazione, catechesi, battesimo. Il quasi generale analfabetismo di quei secoli ritardò la realizzazione di catechismi scritti. Se ne attribuisce uno in lingua latina ad Alcuino, il principale intellettuale della corte di Carlo Magno, attorno al 780. Secondo Alcuino, compito del predicatore era trovare le parole più adatte per farsi comprendere dalle popolazioni pagane, evitando minacce e costrizione. Curioso è che già in quell’antico testo vi fosse una polemica contro il culto delle reliquie: “è meglio imitare gli esempi dei santi che portare le loro ossa”. Mentre il Compendio (del 2005 dopo Cristo) al punto 353, sottolinea l’importanza della venerazione delle reliquie, definendola “forma autentica di pietà popolare”.

Del 789 è il catechismo benedettino di Weissenburg, scritto in latino e in tedesco, più ampio di quello di Alcuino, ma anch’esso incentrato sulle conseguenze etiche della fede.

In quei secoli, il massimo sforzo di evangelizzazione veniva sostenuto da monaci anglosassoni, che si scontravano con la persistenza di ampie sacche di paganesimo: spesso le feste liturgiche erano solo occasione di canti, balli, mangiate e bevute.

Con la riforma ecclesiastica del 1070 di Gregorio VII, la Chiesa si clericalizza sempre di più, assumendo un ruolo sempre più pubblico e di conseguenza lo spazio dei laici tende a scomparire.

Ma la vera svolta avviene agli inizi del Sedicesimo Secolo, quando Lutero dà il via a quella che sarà la riforma protestante, ispirato dalla convinzione che bastasse far circolare tra il popolo la parola di Dio rendendola accessibile e comprensibile. Dall’alfabetizzazione delle masse, Lutero si attendeva molto, forse tutto: il rinnovamento radicale delle coscienze, della chiesa e dell’ intera società. In questo quadro si inseriscono la traduzione luterana in lingua tedesca della Bibbia, la sua vasta produzione letteraria e, nel 1528, il Grande catechismo, cui segue nel 1529 l’ Enchiridion, detto Piccolo catechismo (già nel 1562 appare una traduzione italiana)

Da allora, grazie anche all’invenzione di Gutenberg e alla crescente diffusione della stampa, i catechismi e i compendi fioccarono: in particolare, la Chiesa Cattolica risponde nel 1566 con il Catechismus romanus ad parochos.

Acceleriamo i tempi di questa mini-ricostruzione: nel 1912 esce il Catechismo della dottrina cristiana, quattrocento domande e risposte, ridotte a 150 per le scuole elementari.

Negli ultimi decenni, esce il Catechismo cattolico in Germania nel 1955, nel 1962 quello olandese che suscitò tante polemiche, superate dal Supplemento del 1969.

Nel 1970 la Chiesa Cattolica avviò un ampio progetto catechistico italiano, che diede il primo frutto nel 1981 con Signore, da chi andremo?

L’ 11 ottobre 1992, Giovanni Paolo II promulgò il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Nel 2005 è uscito il Compendio (una specie di riassunto), di cui segnalerò alcune affermazioni particolarmente interessanti. E che da adesso definirò C., per distinguerlo dalla versione integrale del 1992 che chiamerò CC.

L’edizione che ho sotto gli occhi è quella economica (206 pagine, 9.50 euro, San Paolo-Libreria Editrice Vaticana), diversa per il formato ma uguale per il testo da quella più lussuosa.

Tratto da Il Ringhio di Idefix- Luciano Comida

http://lucianocomida.blog.kataweb.it/il_ringhio_di_idefix/religioni/index.html



3 Comments:

Anonimo said...

Perche non:)

Anonimo said...

good start

Anonimo said...

Lovely post acuto. Non ho mai pensato che fosse così facile. rispetti a voi!.